Lanciano, antica sede di fiere, si è distinta da sempre come luogo di transiti e di incontro tra gente diversa ed è oggi meta di sentita devozione da parte di pellegrini provenienti da tutto il mondo, attratti dalla presenza del Miracolo Eucaristico e dalla bellezza del suo patrimonio monumentale.
Nella Città di Lanciano, segnata dalla presenza del più antico Miracolo Eucaristico della Cristianità, eccezionalmente completo nella Carne e nel Sangue, e caratterizzata da una spiritualità profonda che ancora oggi trova espressioni straordinarie nelle celebrazioni delle festività della Santa Patrona, dei riti della Settimana Santa, nella ricorrenza della Squilla, Fede ed arte risultano così intimamente congiunte da costituire un inscindibile binomio.
Il Quinto Centenario della creazione della sede episcopale lancianese, avvenuta nel 1515, rappresenta un’occasione per ripercorrere, attraverso cose, luoghi, e artisti, le vicende della sua storia e per contribuire ad una conoscenza approfondita del suo straordinario patrimoni artistico.
Attraverso cinque secoli la sede episcopale lancianese, oltre ad essere, com’era naturale che fosse, punto di riferimento della vita spirituale ha profuso il suo impegno anche nel campo delle arti a della cultura in genere.
Vescovi e Arcivescovi che la guidarono sono stati, spesso, committenti di opere artistiche di squisita fattura e di notevole importanza storica oppure tra promotori di iniziative destinate a perdurate nel tempo e ad entrare nella tradizione locale.
Quando il primo vescovo. Mons. Angelo Maccafani, giunse a Lanciano, nel 1515, trovò la piccola ma antica chiesa dell’Annunziata, elevata al rango di Cattedrale, ad accoglierlo. Se la chiesa è scomparsa, abbattuta nel 1814 per rendere più grande e magnifico il prospetto della Cattedrale della Madonna del Ponte, di essa rimane il portale gotico inserito nel fabbricato che ospita oggi il Polo Culturale Ecclesiastico che comprende il Museo Diocesano, l’Archivio Storico e la Biblioteca Diocesana. Quello stesso fabbricato che dal 1619, salvo la breve parentesi del decennio francese quando venne utilizzato per la Corte d’Appello, fu sede del Seminario fondato dall’arcivescovo Francisco Romero, istituzione che per secoli, innegabilmente, fu fondamentale per la formazione di livello superiore del clero.
Con lui giunse a Lanciano dalla gemella città di Sulmona il pastorale, simbolo della dignità vescovile, ancor’oggi conservato e che reca nel nodo, le insegne del vescovo e quelle della Città di Lanciano, che proprio nell’elevazione a sede diocesana da parte di Papa Leone X trova il sospirato coronamento delle sue ambizioni e il riconoscimento del suo status di capoluogo dell’area frentana.
Nella seconda metà del ’500 si distinse Mons. Leonardo Marini che fu grande teologo al Concilio di Trento e collaboò alla stesura del Catechismo Tridentino.
A cavallo tra ’500 e ’600 un’altra grande figura di vescovo fu Mons. Paolo Tasso la cui figura è ancora vivissima nella memoria di tutti i Lancianesi perché legata all’istituzione della Squilla. Nel 1601 commissionò a Tommaso Alessandrino la pala dell’Ultima Cena, ora nella Cattedrale della Madonna del Ponte, e alla sua liberalità si deve anche la presenza delle reliquie della Santa Spina e del Sangue di San Pantaleone con i preziosi reliquiari che li contengono.
Agli inizi del ’600 Mons. Lorenzo Mongiò Galatino benedisse la costruzione del campanile della madonna del Ponte, oggi simbolo della Città, tra i suoi successori Mons. Andrea Gervasi, si impegnò, per primo, a dare una più degna collocazione alle reliquie del Miracolo Eucaristico mentre Francesco Antonio Carafa promosse la costruzione della Cappella di San Gaetano che congiunge il Seminario all’Episcopio.
Nel ’700 l’Arcivescovo Antonio Ludovico Antinori fu, oltre che capo della chiesa frentana, anche figura d’intellettuale di primaria grandezza, i cui studi storici e le cui ricerche archivistiche ed epigrafiche rappresentano ancora una fonte primaria ed insostituibile per lo studio e la ricostruzione delle vicende del passato. Nel campo delle arti, invece, primeggia Mons. Giacomo Lieto dei duchi di Polignano Arcivescovo di Lanciano dal 1754 al 1769, il quale fece restaurare ed abbellire la chiesa della Madonna del Ponte e commissionò l’abito che copriva la statua della Santa Patrona e fu committente di numerosi altri interventi che denotano ancor oggi la sua altissima sensibilità artistica.
Altrettanto gusto e sensibilità dovettero caratterizzare Mons. Francesco Maria de Luca, Arcivescovo dal 1818 al 1839, che dotò il capitolo di una ricca biblioteca e la Cattedrale di una serie di ricchi paramenti che ancora si conservano e sono uno dei vanti del Museo Diocesano insieme all’originale parato ricamato in seta che egli legò alla Cattedrale col suo testamento.
Nel ’900 Mons. Pietro Tesauri fu personalità spirituale di prima grandezza durante i duri anni della Seconda Guerra Mondiale, ricordato ancor oggi per la sua vicinanza alla popolazione, e al cui impegno, innegabilmente, si deve anche la salvaguardia del patrimonio artistico durante i lunghi mesi di devastazione nei quali il fronte divise in due il territorio diocesano.
A Mons. Enzio d’Antonio, arcivescovo emerito, deve certamente riconosciuto il merito di essersi adoperato per il riordino e la valorizzazione del vastissimo patrimonio culturale diocesano. Sotto il suo episcopato sono stati eseguiti importanti lavori di restauro al patrimonio architettonico, che comprende ben centosedici luoghi di culto, sono stati aperti al pubblico l’Archivio e la Biblioteca Diocesana ed è stato avviato l’inventario del patrimonio artistico diocesano che ha permesso, tra l’altro, la creazione delle due sedi museali di Lanciano e Ortona.